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Il Napoli a Udine sembrava quei napoletani arrivati lì per fare il militare

Il Napoli a Udine sembrava quei napoletani arrivati lì per fare il militare

Il Friuli è una terra bellissima (sì, poi è pure uno stadio), terra di frontiera, luogo che su di me esercita un fascino particolare. Per non parlare di Trieste che, se la guardi dal lungomare di notte, pare Napoli, forse più di Genova (maronna ‘a mattunella). Chi, come me, è nato a Napoli (o in provincia) negli anni settanta, ha ignorato per anni la bellezza del Friuli, ce la tenevano nascosta. L’unica cosa che ci era concesso abbinare a posti come Palmanova, Udine, Gorizia, Pordenone era la Caserma e il terrore di finirci dentro per un anno. Il servizio militare e i mille modi possibili escogitati dai napoletani per non finire lassù. Questo era il Friuli. Poi, per fortuna, nel tempo, uno scopre cose come Zico, Edinho, la bellezza delle terre di frontiera, Bruno Pizzul, il vino, Guidolin e Di Natale. Come Di Natale?

Ora vi dico un fatto: I friulani parlano molto poco, caratteristica di molti posti di confine. Quando sento parlare Di Natale e non lo capisco, penso: Starà parlando in friulano, poi presto maggior attenzione e mi dico: Maronna sta parlanne napulitane. Come è possibile che uno che se ne è andato da Napoli trent’anni fa non abbia imparato a parlare in italiano? C’è riuscito perfino Quagliarella. Lo perdono quasi subito, però (Insigne a te no), perché se i friulani parlano poco e gli altri calciatori dell’Udinese sono come minimo sudamericani: ne’ ma Totò con chi dovrebbe esercitarsi? E jamme. Diciamo che il mio problema con l’Udinese è di carattere militarlinguistico. Cioè, ogni volta che andiamo a Udine a giocare, pare sempre c’avimma ‘i a fa’ ‘o surdate: non sai mai cosa potrà capitarti. E veniamo a noi.

Alle ore 18.00, ora del fischio d’inizio della partita, mi trovo in vaporetto. L’ansia vera monterà più avanti, ma l’agitazione già si insinua e mi fa guardare tutti i giapponesi, che scattano foto ai palazzi del Canal Grande, con invidia. Penso all’immensa fortuna di vivere in assenza di tifo, farsi una domenica pomeriggio da turisti senza dover pensare a Britos (21 palle perse, scopro stamattina, ammesso che ci si possa fidare delle statistiche della Gazzetta, ma chissà perché trattandosi di Britos tendo a fidarmi). La fortuna di non doversi occupare dei cross di Maggio (il voto Gazzetta – 5 – è spiegato così: “Fischia per farsi sentire e si capisce anche dalla tribuna[…]”. Stiamo a posto, Maggio è l’arbitro). La fortuna di non doversi occupare delle varie figure di merda che i tuoi calciatori del cuore andranno ad azzeccare, tipo: Insigne, Zuniga e Michu. Apriamo la parentesi Michu.

Quando lo abbiamo comprato mi sono guardato tutti i video su Youtube, tutti i suoi gol realizzati con lo Swansea, e ho creduto potesse essere un buon acquisto, al momento mi sembra una chiavica. Anni fa nel Giugliano (io sono di quelle parti) giocava uno soprannominato ‘Nciampecone, inciampava spesso col pallone tra i piedi, ma segnava: Michu inciampa e basta. Se fai correre insieme Mertens e Michu, pare che il belga corra su pista e lo spagnolo nell’acqua, ma gli voglio dare ancora qualche possibilità. Naturalmente la Gazzetta non vedeva l’ora di scrivere: “Napoli, è crisi”, ma soprattutto fa veramente girare le scatole lo spirito di un cronista, tal “Mi. Mal.” che se ne esce con “[…] Pipita compreso che s’era già visto protagonista in Champions e in campionato. Ma c’è sempre la Coppa Italia!” E mette pure il punto esclamativo, mio caro per te Mura e Brera rimarranno inarrivabili per tutta la vita.

Il Napoli ha perso per disorientamento collettivo, spaesamento di squadra. I giocatori a Udine si sono comportati esattamente come quando da ragazzi si partiva per il Friuli per il servizio militare. Si scendeva dal treno perplessi, si cercavano le caserme, ci si entrava spaventati, si restava bloccati davanti a ordini assurdi, si cercava di evitare gli sfottò dei “Nonni”. Quello che è difficile da accettare è che abbiamo fatto fare i Nonni all’Udinese, e che ci siamo fatti schiumare da Danilo (chi?), che non segnava da undici mesi.

Note a margine:

– Sulla Gazzetta di oggi stiamo alle pagine 16 e 17

– Il bar della Stazione di Venezia era aperto ma i cornetti erano un po’ debolucci

– Stramaccioni si sta ancora atteggiando per il centro di Udine, offrendo caffè e grappa a chiunque.

Gianni Montieri  @giannimontieri

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