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Quando Monzeglio disse ai tifosi: «Lo scudetto? Voi non avete pazienza»

Quando Monzeglio disse ai tifosi: «Lo scudetto? Voi non avete pazienza»

Agosto porta con sé aria di campionato, rapida nel trasformarsi in speranze o ricordi. Nel pomeriggio inoltrato di un anno lontano, 1953, nella quiete di piazza Vanvitelli, un incontro inatteso. I giocatori del Napoli, terminato l’allenamento allo stadio del Vomero, tornavano a piedi verso l’albergo a san Martino, dove trascorrevano il buen retiro. Non c’erano, allora, centri sportivi in montagna da utilizzare. Con loro, l’allenatore: Eraldo Monzeglio. A lui un giovanotto disinvolto domandò, con fare  ironico, se in quell’anno si poteva finalmente aspirare allo scudetto. Domanda sorniona, consapevole di un pronostico non da alta classifica, come spesso si lasciava pensare.  

Don Eraldo si fermò e a braccia conserte e voce decisa rispose che i tifosi azzurri erano “prigionieri” di stati d’animo con poco equilibrio. Qui, disse, o si parla di scudetto o si pensa che finiremo in B. Non c’è coerenza. Entusiasmo alle stelle o depressione.
  

Il gruppo di tifosi che s’era radunato ascoltava in silenzio, con facce stralunate. “Ma ce la faremo o no?”. Monzeglio ribadì: «Una vittoria vi porta alle stelle, un pareggio vi deprime… Ci vuole equilibrio e ci vuole pazienza…» Andò via sorridendo a mezza bocca, portandosi dietro Bugatti, Vitali, Formentin, Granata e gli altri.

Il gruppo dei tifosi non si sciolse. Monzeglio aveva ragione o aveva torto? “Per vincere lo scudetto ci vuole calma e tempo?”,disse uno. “Ma qua’ tiempo – osservò un altro – ogni anno è sempe accussì…” 

Il primato in classifica era, in quegli anni, un sogno proibito. Una vittoria di prestigio valeva un campionato. Il Napoli battè l’Inter con due gol dell’infaticabile Ciccarelli. Era Pasqua e in una vignetta giornalistica si vide Ciccarelli uscire da un gigantesco uovo di cioccolata. Poi Monzeglio se ne andò. E per lo scudetto l’attesa fu ancora lunga. Sui tempi, aveva visto giusto. Non sulle “colpe” dei tifosi .

Mimmo Liguoro   

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