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Il Tribunale boccia il Napoli di Gaucci. Incidenti in città. De Laurentiis arriva all’alba da Capri: ecco 31 milioni

Il Tribunale boccia il Napoli di Gaucci. Incidenti in città. De Laurentiis arriva all’alba da Capri: ecco 31 milioni

31 agosto 2004

Quel che non accade in un’estate, succede in un giorno. Dopo due udienze (16 ore compessive) e tre giorni di riflessione, in 34 pagine il giudice Mungo trasferisce “per difetto di giurisdizione” il conflitto tra Federcalcio e Fallimentare al Tar del Lazio. Si dichiara incompetente, applica il decreto salva-calcio del 2003 e di fatto cancella ogni speranza di riportare il Napoli in serie B. Annullata la richiesta di bloccare il campionato che non lo prevedeva fra gli iscritti. Deciderà il Tar il 6 settembre, udienza fissata dal consulente del curatore fallimentare, Alfredo Contieri. Se il Tar non modifica lo stato dei fatti, il Consiglio federale iscriverà il Napoli in C1. Ma quale Napoli? Non quello che Gaucci immaginava di aver messo in piedi in ritiro, chiamato Napoli Sportiva e allestito per andare in B con un contratto di fitto di ramo d’azienda. Gaucci protesta: “Napoli ha venduto la B ai padroni, non ha saputo difendere il calcio”. I tifosi a lui vicini scatenano incidenti in città: la stazione resta bloccata per un’ora. 

Qui c’è il colpo di teatro, firmato dal produttore cinematografico Aurelio De Laurentiis. Arriva a Napoli all’alba da Capri in motoscafo, corre in banca alle 8 e prepara 36 assegni da presentare alla Fallimentare: offre 31 milioni per la C1, pronti a diventare 50 nell’ipotesi minuscola di ripescaggio in B. È un’offerta che oscura tutte le altre. De Luca accusa ilcolpo: “Evidentemente c’è qualcuno che pensa di trovare il petrolio con il calcio, io non ne sono convinto. Ho due perplessità. La prima: perché De Laurentiis, disposto a un simile investimento, non ha evitato il fallimento e permesso al Napoli di restare in B? La seconda: come farà un imprenditore che viene dal cinema a creare una squadra in pochi giorni? Si vede che non dev’essere solo in questa avventura”. Pozzo prova a rientrare. Si rimette a disposizione della Fallimentare con la sua offerta da 23 milioni. “Aspettiamo notizie”, dice Pierpaolo Marino che lo affianca. 

De Laurentiis racconta così la sua manovra e le sue ambizioni. Ha informato il sindaco Iervolino, il governatore Bassolino, poi una telefonata a Pomicino per chiedergli a che punto fosse Gaucci: “Ero a Capri, otto giorni fa ho deciso di presentare la mia offerta. Voglio entrare nel calcio, che non mi conosce. Il mio stile è fatto di serietà e passione, lavoro 20 ore al giorno. Faccio tutto con amore, sennò mi arrabbio e pianto lì. Non entro nel calcio a dispetto dei santi. Se i giudici della Fallimentare mi dicono che il Napoli è mio, eccomi. Ho presentato tutte le garanzie. Altrimenti, ringrazio e ciao a tutti. Voglio ripetere l’avventura di Diego Della Valle a Firenze. Dalla C1 alla B, alla A. Un fantastico volo. Porterei nel calcio amore, danaro, serietà, voglia di lavorare. Punto sul Sud. È l’Eldorado d’Italia. Voglio dimostrare che c’è tanto da fare. Il Veneto era la regione più povera d’Italia il secolo scorso, poco manca che sia la più ricca d’Europa. Il Sud deve individuare i suoi Benetton. Ne parlo sempre con Montezemolo a Capri, lui mi capisce. Bisogna crederci. Sono di origini campane. Ho fatto una ricerca fino al 1713. Antenati a Torella dei Lombardi, provincia di Avellino, il paese di Sergio Leone. Ho trovato avvocati, notai, anche un vescovo che avrebbe fondato la chiesa di Santo Stefano a Capri. Ho i contatti giusti e sono pronto se i giudici mi diranno di sì. Ho già scelto manager e allenatore. Voglio portare il Napoli lontano. Ho un grande progetto, il gioco è alto, ho calcolato tutto. Investo soldi e grande passione. Torno a Capri e aspetto”.  
Il Ciuccio

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