ilNapolista

Le pagelle / I pennelli di Callejon, la magia di Mertens. E quel vuoto per Reina

La pagelle di Napoli-Verona 5-1, a cura di Mimmo Carratelli e Ilaria Puglia DOBLAS 6,5 – Fronte alta e barbetta da seduttore spagnolo. Aveva debuttato domenica a Genova contro la Samp nell’ultimo quarto d’ora. A riposo Reina, si ripresenta per tutta la partita contro il Verona. Un solo intervento di rilievo, di piede su Juanito (81’) presentatosi tutto solo davanti alla porta. Para senza difficoltà le conclusioni non irresistibili di Toni, Marquinho, Iturbe. Ingannato dalla deviazione in barriera di Zuniga sul gol di Iturbe su punizione. Bravo Doblas, ma è stato l’emblema della malinconia: l’assenza di Reina mi ha commossa, è stato un saluto che sa di nostalgia. Se dopo una sola stagione ti attacchi così a un portiere vuol dire che quel portiere è stato un leader perfetto – 6,5 MAGGIO 6,5 – Gioca con la fascia di capitano. Non ha molti problemi contro Marquinho. Va spesso in attacco. Tira a botta sicura, ma Nicolas vola a deviare in angolo (82’). Poi in spaccata manca il gol sull’assist di Insigne (89’). Bello, nel suo mese, vederlo in campo con la fascia di capitano. Un po’ strano vedere, invece, dall’altro lato, Donadel con la stessa fascia. Cioè, ho detto Donadel, il nostro ex chilhavisto Donadel. Eh – 6,5 HENRIQUE 7 – Non c’è Fernandez ed è il dominatore e la guida della difesa. In area è lui che comanda. Ma il Verona punge poco. Puntuale nelle chiusure, imbattibile nel gioco alto. Nella ripresa si spinge in attacco. Nel suo ruolo. Rafa gli fa salutare il San Paolo nel ruolo che gli appartiene su carta dopo aver dimostrato, in partite su partite, che può coprire tutti i ruoli che vuole. Una scelta che è rispetto e poesia – 7 BRITOS 6 – Assente Albiol, ha spazio. Comincia con un fallo su Iturbe, poi si attacca a Toni e non lo molla perdendolo una sola volta sul colpo di testa dell’attaccante (1,93) parato da Doblas. Poi controlla Juanito che gli scappa nell’occasione in cui Doblas si oppone alla grande. Ma sì, sono felice di aver salutato anche Brivitos. Mi dispiace averlo trattato così male in tutti questi mesi. Ma se ne va, vero? – 6 GHOULAM 6 – Iturbe non lo impegna molto e lui si spinge in attacco concludendo una volta (male e fuori). Ciao Ghou, mi mancherai anche tu – 6 JORGINHO 7 – È uno dei due ex in campo (Donadel nel Verona). Partita magistrale. Regista rapido che “vede” il gioco. Sa trovare sempre la posizione più utile. Con Callejon, Mertens e Insigne fa impazzire la difesa veronese. Cancella dal campo con tecnica superiore l’islandese Hallfredsson che ha solo il fisico. Ruba sempre il tempo all’avversario e imposta l’azione offensiva. Esce nel finale. Santa pace, Mimmo! Non me lo puoi accostare a Donadel, neppure come ex! Eccheccazz! – 7 LASICKI s.v – Entra al 78’ per Jorginho e si piazza sul centro-sinistra della difesa senza problemi. Debutto in serie A del 18enne polacco in forza alla Primavera. Largo ai giovani! Oh, io quando vedo un giovane in campo mi emoziono, mi sembra di essere in Espanha – 6 DZEMAILI 6 – Cuce il gioco con Jorginho. Intesa perfetta tra i due. Se uno avanza, l’altro resta più dietro a protezione del centrocampo. Partita senza errori e senza prodezze. Gioca al posto di Inler. Esce dopo un’ora. Le intese… le intese mi fanno ascì pazz! – 6 ZUNIGA 6,5 – Entra per Dzemaili (60’) e si piazza sulla destra del centrocampo in un ruolo inedito, diciamo centrocampista offensivo, però attento nella fase passiva a coprire la zona mediana. Sembra in palla. Tocco sicuro, scambi con i compagni e due volte cerca il gol. Fuori il tiro scoccato dal limite in posizione di centravanti (70’), gran tiro dopo cinque minuti verso il “sette” e salvataggio di Nicolas in corner. Sembra in palla, sì. Peccato che ci ha lasciato il ricordino dentro alla porta – 6 CALLEJON 7 – Mobilissimo, rientra e imposta l’attacco, dà la palla e la riprende per puntare a rete. Sblocca il risultato dopo cinque minuti sull’assist di Mertens. Infila il pallone fra il primo palo e il portiere. Tocca così 20 reti fra campionato (15) e coppe dando ragione alla “profezia” di Benitez. È suo l’assist per la terza rete azzurra. Con gli altri due boys (Insigne e Mertens) è in continuo movimento, cambia spesso di lato e l’intesa volante dei tre fa saltare l’incerto dispositivo di difesa del Verona. Gioca solo il primo tempo. Rafa predice e Calle ci fa la magia. Parafrasando Carlos Gavito, uno dei più grandi tangheri del mondo, i suoi piedi sono come i pennelli di un pittore, con essi dipinge il calcio – 8 RADOSEVIC 5,5 – Entra nella ripresa per Callejon. Ha una buona occasione nell’area veronese dopo lo scambio con Zapata, ma stoppa male la palla. Contrasta con troppa energia e si fa ammonire (fallo su Marquinho). Suo il fallo su Iturbe che dà origine alla punizione del gol del Verona. Ha fisico e lotta su ogni pallone. Nel disimpegno preferisce il passaggetto sicuro. Fisico e “grezzità”. A me – calcisticamente – m’o ddà – 6 MERTENS 8 – Fantastico. Ha energia da vendere. Si batte sempre con grande determinazione. Rientra a prendere palla e attacca quasi sempre in posizione centrale. Suoi gli assist per i primi due gol. Qualche volta esagera nei giochini in spazi stretti. Caparbio, se perde palla la riconquista. Un trascinatore. Magnifica intesa con Insigne e Callejon. Al 39’ da destra, in posizione defilata, mira il bersaglio con un pallone ad effetto che gira lungo la linea della porta dopo avere superato il portiere finché un difensore allontana. È il goleador della ripresa (doppietta). Sul primo gol, piomba come un falco nell’area veronese sul maldestro passaggio all’indietro di Albertazzi, precede il portiere, lo dribbla e insacca a porta vuota. Sempre pronto a sfruttare ogni pallone. Non si ferma mai. Undici gol in campionato più due in Coppa Italia. L’incarnazione belga della napoletana cazzimma. È il senso di quel pallone portato fino in fondo e messo in rete senza mollare mai. Immenso Dries, tutta la bellezza che c’è – 8 INSIGNE 7,5 – Un partitone, ma ancora a digiuno di gol al San Paolo in campionato (in trasferta le sue tre reti). Gioca soprattutto per i compagni. Si intende a meraviglia con Mertens e Callejon. Il terzetto fa ballare la samba a tutto il Verona. Una gran girata al volo trova pronto Nicolas alla parata (28’), un’altra conclusione è respinta dal portiere (72’). Ripiega in difesa quando è necessario, fa un gran lavoro avanti e indietro. Recupera palloni a centrocampo e fa scattare l’attacco. Suo l’assist del quinto gol azzurro. Mette Maggio davanti alla porta, ma la conclusione in spaccata del difensore finisce fuori (89’). È ben pronto per il Mondiale in Brasile. Se Prandelli non lo convoca è, con rispetto, ‘n’omm e merd (Ah, il figlio è tale e quale a lui) – 8 ZAPATA 6,5 – Doppietta: un gol di piede, uno di testa. E sono cinque le reti in campionato (due in Europa). Rientra, pressa (persino il portiere), cerca lo scambio con i compagni. Persino in difesa (colpo di testa a liberare su corner). Non ha sempre un buon “rapporto” con il pallone, ma è più “vivo” e combattivo del solito. Una media minuti giocati gol segnati che fa impallidire più del fisico che c’ha. Perché, ripetiamolo, anche all’ultima pagella di campionato: ten’ ‘nu ‘ddie ‘e fisic! – 7,5 BENITEZ 7 – Per l’ultima partita presenta molte novità. Doblas (seconda presenza) per Reina. Henrique per Fernandez. Britos per Albiol. Dzemaili per Inler. Senza Hamsik e Higuain, rinuncia anche a Pandev e spolvera il terzetto “argento vivo” dei tre “ragazzi” Callejon, Mertens e Insigne, protagonisti, con Jorginho, della serata. I tre hanno voglia, inventiva, incisività e giostrano che è un piacere palla a terra. Ripresenta Zuniga stavolta per mezz’ora nel finale (al posto di Dzemaili) consegnandogli la destra del centrocampo con licenza di avanzare e ne ha una eccellente risposta. Fa largo ai ragazzi della Primavera: Radosevic per tutto il secondo tempo al posto di Callejon, Lasicki negli ultimi dodici minuti per Jorginho. Il primo lotta a centrocampo, il secondo si piazza sul centro-sinistra della difesa. Tredici gol nelle ultime tre partite: è il suo Napoli anche senza Higuain e stavolta anche senza Hamsik. E così, eccoci qua. Mentre il cuore già si appanna di malinconia e gli occhi si velano di tristezza, ecco che Rafa mi manca già. Mi manca come un papà, come una guida, come un faro che cerchi mentre navighi sotto costa. Mi manca come i migliori leader mancano al solo pensiero di non vederlo per due mesi. Mi manca come un guru, come un profeta, come un amico, come uno che ha la visione lunga “ma che te la dico a fare a te giornalista, a te microfonato, a te tifoso pronto sempre a contestare? Io ti porto lontano divertendomi, perché io sono il calcio”. Ecco, me lo immagino così, mentre sorride sornione sotto le guance rubiconde e sane e neppure si fa il fegato amaro per quanto è oltre. Mi mancherà questa squadra, nonostante senta la necessità fisica di una pausa. Mi mancheranno queste pagelle, e l’attesa di quelle di Mimmo a notte fonda. Mi mancherà tutto, di questo Napoli. A parte quella brutta parentesi del 3 maggio e a parte la violenza e il razzismo disgustoso di tutti gli stadi d’Italia, è stato un buon campionato e sono contenta. E, per una volta, è bello anche dire che ho sbagliato: quei bambini colorati e puri erano bellissimi da guardare, ed è stato bello pensare che qualche adulto di buon senso li abbia accompagnati nella preparazione di quei cartelloni sul tifo sano e contro la violenza. Quei bambini nei distinti hanno fatto più rumore che le curve della domenica messe insieme, “e finalmente niente litania. Grazie, Tosel: vafancùl”(cit. Benito Clemente) – 10 p.s. A voi tutti grazie, dal profondo del cuore. Le pagelle sono state, spesso, il balsamo dopo brutte partite e lo spruzzo di adrenalina dopo quelle belle. In ogni caso, un toccasana. Grazie per aver riso e sorriso insieme a noi. E Forza Napoli. Sempre. MIMMO CARRATELLI e ILARIA PUGLIA

ilnapolista © riproduzione riservata