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Mauro non ha torto, il Napoli ha molto deluso. Detto questo, diamo tempo a Benitez

Ho la sensazione che l’entusiasmo intorno a Benitez sia decisamente scemato. I nostalgici di Mazzarri, i nemici di De Laurentis e i bastian contrario tout court sventolano i dati. Che non sono fallimentari. Ma certamente nemmeno esaltanti. I nostalgici di Mazzarri, i nemici di De Laurentis e i bastian contrario tout court ricordano i soldi spesi. Gli acquisti fatti… per passare dal secondo al terzo posto. A chilometri di distanza dalla Juve e adesso anche dalla Roma. A dar man forte a costoro, autorevoli commentatori come Massimo Mauro dicono “il Napoli è la vera delusione di questo campionato”. Occorre ragionare su simili affermazioni. Non liquidarle come beceri rigurgiti antipartenopei.

I rafaeliti (neologismo per nulla cacofonico) si pongono sulla difensiva. Ammettono che legittimamente sulla base dei risultati fin qui ottenuti possa maturare in qualcuno un giudizio freddo sul tecnico spagnolo. Che, sia chiaro, non è il loro. E si arroccano sulla finale di Coppa Italia. Mettendo addirittura in campo riti scaramantici.

Lo stesso Benitez, deposta la carota, brandisce il bastone nei confronti dei calciatori. E a mio avviso sbaglia. Perché è vero che la squadra è demotivata. In fondo è anche ovvio che lo sia. Ed era anche prevedibile sic stantibus rebus. Ma se una funzione ha il tecnico, vivaddio, è quella di tenere in tensione il gruppo. Di motivare i giocatori. Quindi lo spagnolo fa sostanzialmente autocritica? Così come vorrei capire che cosa intende quando ammette “si poteva fare di più”. Dà, almeno parzialmente, ragione a Mauro? Francamente non capisco.

Io mi sono collocato in una posizione mediana. Sono molto deluso. Perché il Napoli quest’anno non è mai stato veramente competitivo. Al di là dei risultati. E da svariate domeniche sono annoiato.

Né credo in una funzione salvifica della coppa Italia. Che per me resta una competizione minore.

Sono convinto altresì che Benitez rappresenti una scelta forte. Una scelta di cambiamento. Che portata fino in fondo potrebbe far compiere al Napoli “il” salto di qualità in termini generali. Potrebbe insomma favorire una crescita strutturale di tutto l’ambiente. Società e squadra. Si pensi ad un ruolo manageriale del tecnico. Ad un rinnovato rapporto con i media. Così come al tentativo di dare alla squadra un gioco comune alle compagini di punta in Europa. Potrebbe….

Sia chiaro, il condizionale è d’obbligo. La battaglia per fare del Napoli (e di Napoli) un club (un ambiente) europeo è appena iniziata. Se son rose fioriranno. Ma, per fiorire, le rose hanno bisogno del loro tempo. Anche a Benitez occorre dare tempo. Certamente, questo voglio testardamente ripeterlo, non si aiuta il tecnico negando l’evidenza dei fatti. Né si può avere la garanzia assoluta che fioriranno le rose… Va piuttosto ricordato che il coraggio di metter mano a cambiamenti integrali è già di per sé apprezzabile. E implica dei rischi. Ancor più grandi se, come nel caso del tecnico spagnolo, si ha un prestigio internazionale da tutelare. Ma chi non risica non rosica.

E io sono con chi risica. Quindi Adelante Rafael!
Guido Trombetti

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